Archivi del mese: ottobre 2010

Cresta OSA al Moregallo

Qui una relazione della via percorsa…

In cordata con Carlo e Maurizio (istruttore CAI Novi Ligure) abbiamo affrontato questa via consigliataci dai nostri istruttori del corso di Alpinismo.

Effettivamente era tranquillamente alla nostra portata: Maurizio mi ha “concesso” di aprire la via, facendo i primi 4 tiri da primo. A dire il vero gli accordi erano che avrei dovuto fare i primi 3 tiri, poi il quarto (quello con un passaggio di quarto grado) l’avrebbe dovuto affrontare lui da capocordata… avete già capito come è andata, visto il gran numero di condizionali che ho usato nella frase precedente! Sarà che ero in “trance agonistica”, sarà il fatto che mi stavo divertendo e mi sentivo sicuro… fattostà che ho proseguito senza fare la terza sosta e sono passato, senza nemmeno grandi problemi sul passaggio di quarto grado. Anzi, a dire il vero ho sofferto di più il muro che c’è all’inizio del secondo tiro, ma ho fatto anche quello.

Ho dovuto attrezzare una sosta su un albero, perchè la corda non ne voleva sapere di venir sù… che fosse finita?! (Si, era finita!). D’altronde le comunicazioni con i miei compagni si erano perse tra una guglia e l’altra. L’ultimo grido che ho udito mi sincerava sul fatto che avessi ancora tanta corda… e allora ho proseguito (troppo però!).

Appagato da questi primi 4 tiri da primo di cordata, cedo “la parola” a Maurizio che affronta un simpatico camino e soprattutto un delicato passaggio di IV+ che ne io ne Carlo ci saremmo sentiti di affrontare da primi (eventualmente sarebbe stato possibile aggirarlo). Poi ultimo tratto aperto da Carlo, con facile, ma divertente, cresta e scenografico passaggio sul “famoso” ponticello di roccia. Esposto, ma nemmeno troppo stretto (tranne un in un punto, per il resto l’ho fatto tutto in piedi).

Bellissima “prima” via di roccia al di fuori del corso… questo è alpinismo, le falesie non ti regalano queste emozioni! Certo, qualcuno sorriderà perchè è una via semplice, che qualcuno fa anche in solitaria slegato (ieri ne abbiamo visti 4)… ma per incominciare in autonomia, come ci avevano detto, è l’ideale. Ora non ci resta che continuare e puntare sempre più in alto (purtroppo ormai non troppo in alto vista la stagione).

Qui la nostra traccia GPS.

Qui le splendide foto di Maurizio.

Weekend sportivo, ma non fotografico

Cielo plumbeo e luoghi noti hanno fatto si che non scattassi nemmeno una foto… ma non pensiate sia stato fermo! Sabato 6 tiri a Maccagno con Carlo… freddo intenso, ma grande soddisfazione per aver chiuso da primo ben 4 vie nuove (anche un 5a non banale!) e altre 2 vie tostarelle (addirittura un 6c+).

Domenica invece sui pedali (appena manutenzionati) lungo il Ticino (zona Malpensa) con il numeroso gruppo guidato dagli amici del CAI Gallarate e della Proloco di Ferno. Contento per avere ancora una volta con noi la mia Fede! Brava!

Anche i pedali ogni tanto necessitano di cure…

Dopo due anni e mezzo di intenso utilizzo (ed ultimamente affrontando in sella percorsi sempre più tecnici gliene ho fatte prendere di botte!), ho pensato che fosse il caso di lubrificare i ruotismi dei pedali, eliminando il gioco che si era creato.

Il lavoro è semplice, basta avere mani ferme e un po’ di pazienza per gestire al meglio le 24 minuscole sferette che costituiscono i 2 cuscinetti a sfere.

Ora girano che è un piacere e soprattutto non hanno nemmeno un po’ di gioco.

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Autunno, è tempo di revisioni…

Dopo il cambio olio alla forcella di Fabiano (una bella Manitou da 140 mm di escursione con regolazione idraulica della corsa), in questi giorni è toccato alla forcella della bici da città, che comunque a dire il vero viene utilizzata come bici “da passeggio” da mio padre, pertanto di km ne macina comunque tanti anche lei. Forse ricorderete che circa un anno fa ho sotituito la forcella di tale bicicletta, montando una forcella Marzocchi ammortizzata ad aria, la mitica Xc600 degli anni ’90, ovviamente comprandola usata. Ebbene, la scelta è stata azzeccata: per come guido io in città (su e giù dai marciapiedi, ecc…) una forcella con 55 mm di escursione è l’ideale. Ora con il cambio olio e con una pulitina generale alle parti interne sono curioso di vedere come se la cava.

Regolazione gioco valvole motore Ducati

Ebbene si, con questa operazione non posso certamente definirmi a pieno titolo un ingegnere propulsivo (6 esami mancano per potermi definire tale), ma un appassionato all’ennesima potenza si, senza dubbio.

Era da anni che ci pensavo e ripensavo: amici che quando ho acquistato ormai più di 7 anni fa questa moto mi avevano spaventato dicendomi che alle Ducati ogni 6 mesi devi regolare le valvole… ebbene, questa è la prima volta che le controllo e il cilindro orizzontale ha le valvole ancora con giochi entro i range prestabiliti, quindi non ho nemmeno dovuto regolarle… il cilindro verticale (quello notoriamente più “sfortunato” dei due in quanto meno esposto all’aria e quindi più sollecitato termicamente) aveva invece i giochi in apertura delle 2 valvole (aspirazione e scarico) fuori dal limite prestabilito, meno di 0,05 mm separavano il bilanciere dal bicchierino calibrato di ciascuna valvola. Non è stato immediato capire come operare, ma alla fine munito di carta abrasiva finissima (800) ho levigato i due bicchierini, una volta rimossi dalle loro sedi. Li ho così ridotti di spessore in modo da rientrare nuovamente nel range consigliato, evitando così possibili impuntamenti o anche aperture delle valvole anche in fasi in cui dovrebbero rimanere chiuse…

Timidamente ho acceso il motore, aspettandomi rumori metallici di ogni tipo, invece è partita come un orologio e, sarà effetto placebo, ma a me sembra più regolare! Stasera ne approfitto per provarla andando alla conferenza di Matteo Della Bordella, noto climber vareseino, più giovane di me.

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Ferrata monte Grona

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La mia prima ferrata… divertente, anche perchè abbiamo cominciato con una tosta (classificata difficile), per cui era più un’arrampicata che una salita su ferraglia di vario genere. Infatti erano ben pochi gli scalini e la maggior parte della ferrata l’abbiamo fatta usando appigli e appoggi della roccia e non appendendoci alla catena o al cavo, che quindi abbiamo usato solo per assicurarci con il kit da ferrata (prestatomi da Daniela).

Peccato che eravamo immersi nella nebbia, perchè il panorama doveva essere spettacolare! Molti di noi vorrebbero rifarla col bel tempo, io invece dico che con tutte le belle montagne che ci sono non valga la pena rifare la stessa. Certo è un gran peccato non aver goduto degli splendidi scorci che ci poteva regalare questa montagna sopra il lago di Como. D’altronde le previsioni meteo parlavano chiaramente… va beh, così non abbiamo sofferto non vedendo il vuoto che avevamo sotto ai nostri sederi e ci siamo potuti concentrare sull’arrampicata. Ho provato a farla con gli scarponi, anche perchè la roccia era parecchia umida e temevo che con le scarpette sarei scivolato. Certo che però cercare gli appoggi con gli scarponi era un po’ più dura.

In conclusione posso dire che le ferrate sono un ottimo modo per allenarsi e soprattutto per imparare a salire da primi (dato che non hai la corda dall’alto che ti “tiene” sù…

Nuovo indirizzo, stesso sito

Eccoci di nuovo qui… cambia l’indirizzo, ma non dovrebbe cambiare quasi nulla, se non qualche libertà in più nell’impaginazione. Vedremo, buona visita!