Archivi del mese: Maggio 2007

In mtb “attorno a casa”…

Qualche giorno fa Marco, arrivato a casa mia per fare un giro in bici mi ha chiesto se avrei potuto guidarlo in un qualche giro nei dintroni di casa mia… ora, lì sul momento mi ha colto impreparato: ormai è da anni che considero “vicino a casa” giri quali la Martica, il Forte di Orino o il sentiero 10… però a pensarci bene da bambino facevo dei giri veramente vicino a casa… mumble mumble… per quel giorno non me la sono sentita e così siamo andati sul Chiusarella (vedi resoconto precedente)… ma dopo qualche giorno, complice anche un cartello che indicava il percorso di una qualche corsa campestre organizzata per questa domenica… beh, mi sono munito di gps, bici e via per re-inventarsi un giro prettamente locale! Pazzesco come da bambino alcune cose sembrano ben più difficili o impossibili di quanto poi non siano viste con gli occhi di “un grande”… mi ricordavo una discesa in sterrato con fondo molto sconnesso, quasi pericoloso… ed invece questa volta l’ho percorso a velocità sostenuta senza nemmeno accorgermene (merito anche della bici, sicuramente!)… Cmq il giro “inventato” è carino: poco meno di 20 km, con 2 belle salite (una su sterrato, una su asfalto), un bel single track a ridosso di un fiumiciattolo (ocio a non finirci dentro) e tanti scorci sul lago di Varese e sulle verdi colline circostanti (sono anche passato, finalmente, dal campo da cui partono con il parapendio a motore, per poi sfrecciare sopra al mio balcone… un giorno prima o poi mi aggregherò!). Tempo di percorrenza del giro: circa 1 ora, perfetto come giro di allenamento serale infra-settimanale (estivo)… La prossima volta farò qualche foto: questa volta ero in assetto leggero!

Prima Chiusarella, poi forcella!

In compagnia del mitico Marco (conosciuto al CAI durante l’ascesa al Castore [Monte Rosa] l’estate scorsa, poi rincontrato alle uscite in mtb sempre con il CAI… siamo andati fin sulla cima del Chiusarella, monte che si costeggia per salire alla Martica… C’ero già stato più volte, ma a piedi: pur essendo malato non avevo ancora avuto la “malsana” idea di farlo in bici: come vedete di pazzi come me ce ne sono, basta cercarli! Alla fine il CAI è un po’ un covo di pazzi scatenati!!! Certo la salita si deve fare con il rampichino (la marcia più corta) in agilità ed equilibrio… alcuni tratti a piedi, brevi e poi si arriva alla croce di vetta… Bellissimo panorama sui laghi (si vede anche il Maggiore) e su Varese (si vedeva bene anche il seminario di Venegono)… Riposati e scattata qualche foto ci si è precipitati lungo i pratoni che caratterizzano questa insolita cima… poi di nuovo sulla strata militare sterrata, a manetta, poi discesa “del ripetitore” dal pian Waldes, un tratto finale che non conoscevo e poi via su asfalto verso casa… dove ci attendeva la vecchia forcella di Marco che richiedeva un po’ di manutenzione (cambio olio, paraoli, pulizia interna, ecc…): e che ci vuole?! Eheheh! In quattro e quattrotto avevamo in mano le molle e l’idraulica… che soddisfazione!
Ora doccia, cena e poi di nuovo al CAI per la serata culturale del mese, con Marco ovviamente! Non ho proprio un CAI da fare, direte…
 
 
 
 

Appennino Modenese: atto II

Il giorno successivo, la domenica. Giro in bici “solo” al mattino, poi doccia e via al ristorante per una scorpacciata di ravioloni e un’ottima tagliata di carne… Liquore al mirtillo fatto in casa, caffè (entrambe le cose NON fanno parte delle mie solite abitudini!), riposino veloce su sedie a sdraio al sole tiepido del pomeriggio e poi via per il viaggio di ritorno… Dalle 15.30 alle 21!!! Tranquilli, sosta acquisto formaggio locale, sosta apprezzamento gnocca locale (Scusa, per Reggio Emilia? …Ciao bellaaaa!), autostrada a 120 km/h (ho sofferto non poco per trattenermi!), coda infernale al casello di Milano, riaccompagno i miei due passeggeri alle loro rispettive case e “finalmente” sono a casa!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Appennino Modenese Atto I

Devo ancora lasciare decantare le emozioni per poter scrivere qualcosa… solo un commento: INDIMENTICABILE!!!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Freni in PASTIGLIE o in POLVERE?!

Ecco al massimo come si può conciare una pastiglia freno… Più consumata di così… A parte gli scherzi è una condizione limite che non deve essere raggiunta durante l’uso normale della stessa: la sua vita utile deve essere considerata finita ben prima di tale condizione! Fatta questa debita premessa in stile manuale d’uso e manutenzione scritto da qualche tedesco (del tipo: non asciugare il cellulare nel micro-onde, ecc…), veniamo al dunque… come avrete sicuramente letto nell’intervento precedente (non l’avete letto?! Va beh, per questa volta siete perdonati…) il freno ha manifestato questo problema durante una lunga discesa, ricca di guadi e pozze d’acqua da schivare/attraversare… Ora, supponiamo che le pastiglie si trovassero quindi ad alta temperatura, visto il mio stile discesistico “a ruota posteriore sempre inchiodata o quasi”, mettiamo una bella pozzangherona d’acqua fredda dentro la quale finiscono le ruote, si alza tanta acqua, si bagna il disco, la pinza, le pastiglie e crack… I due differenti materiali (materiale d’attrito e supporto metallico della pastiglia) si contraggono in maniera differente e nasce così la prima crepa… che poi con le successive frenate non può far altro che diffondersi… alla fine una pastiglia si è letteralmente denudata del materiale d’attrito, nell’altra si nota un’evidente crepa. Altrimenti un’altra spiegazione può essere quella del “semplice” prodotto/lotto difettoso… mah…
 
 
 

Campionati Italiani Alianti (Calcinate del Pesce – VA)

Mentre studiavo “Laboratorio di Propulsione”, perchè non andare a vedere da vicino qualcosa che di propulsione non vuole nemmeno sentirne parlare? E allora via, bicicletta, zaino e giù per lo sterrato che mi porta al lago in pochi secondi! Poi qualche km su posta ciclabile e si arriva all’aeroportino (avio-superificie) di Calcinate del Pesce. Pubblico zero (eccezion fatta per un altro mio collega, di Milano, col quale però non ho mai parlato!), mi avvicino all’info point e forse per il mio solito “infantile” entusiasmo vengo preso in simpatia da un tizio che poi si rivelerà “un pezzo grosso” della ACAO (Aero Club Adele Orsi)… Scavalco così le transenne e posso fotografare ed ammirare da vicino alianti nuovi (efficenze elevatissime!) e pezzi d’epoca (fusoliera Caproni in traliccio di tubi e tela!)… E poi tanti decolli ed atterraggi (che virate e che avvicinamenti!)… Bellissimo sport e passione, che sicuramente coltiverò in futuro (stipendio permettendo!)…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Monte Lema con il CAI Gallarate (mtb)

Avendo fatto tardi la sera prima, essendo stato impegnato per un bel spettacolo teatrale prima e per un modem 56k da Domenico poi… mi sono scordato di puntare la sveglia… 7:30 mi sveglio e… bestemmio! Cacchiolo, tra 45 min dovrei essere a Luino! Dopo qualche secondo di sconforto (della serie: ormai è tardi…), do il via alla procedura di “decollo”! 8:17 sono in auto, bici caricata nel baule (da Varese sono solo questa volta)… alle 9:00 sono in in sella alla bici a Dumenza, da dove gli altri erano già partiti (scoprirò poi con mezz’ora di anticipo rispetto al sottoscritto!)… Bei sentieri (nuovi per me, ma facilemente rintracciabili grazie alle dettagliate descrizioni del percorso redatte dal capo-gita…) per poi sbucare all’altezza del bivio della provinciale che porta al Pradecolo, dopo 6 km di ripida salita su asfalto! Ebbene al 4° km circa della salita inizio ad intravedere una bici, due… si, sono loro, ce l’ho fatta, li ho presi! Peccato che nel frattempo avesse cominciato a piovere pesantemente! Bagnato fradicio, occhiali appannati, unico in maglietta, mi avvicino all’ultimo del gruppo e mi identifico… grandi festeggiamenti perchè con il mio arrivo il numero dei partecipanti saliva a 14, evitando spiacevoli coincidenze, per chi ci crede [io no!] scaramantiche (è pure il 13 maggio oggi!). Per non rendermi subito eccessivamente protagonista evito di raggiungere la testa del gruppo ancora impegnata nella dura salita: me ne sto buono buono a pedalare con la scopa (l’ultimo) del gruppo. Arrivati al rifugio Campiglio (di proprietà del mitico Andrea, mio compagno di università!) c’è tempo per un the caldo (offerto da un partecipante: oggi ci sono pure rappresentanti del CAI Legnano!). Purtroppo causa persistente pioggia, si decide di evitare la cima, in quanto la discesa poi risulterebbe parecchio pericolosa: si opta per la discesa verso Miglieglia (da me già percorsa in passato, ma questa volta abbiamo poi deviato per Astano, percorrendo parecchi sterrati che non conoscevo)… Bene, probabilmente non ancora soddisfatto del mio momento di gloria mi rendo di nuovo protagonista con un simpatico inconveniente al freno posteriore: ad un certo punto si sente un rumore pazzesco, il disco inizia a segnarsi, per un po’ continuo, ma la potenza frenante inizia a scemare… ad una sosta di tutto il gruppo notiamo che ormai la ruota è inchiodata! Smonto la pinza, smonto le pastiglie e scopro che una di esse è completamente priva di materiale d’attrito! Non è però successo sicuramente per semplice usura, è proprio saltato via! Io ipotizzo per sbalzo termico repentino dovuto alle numerose pozze d’acqua che abbiamo attraversato durante la discesa, a freni ustionanti… Per farla breve l’ultimo tratto l’ho percorso senza poter usare il freno posteriore (alcuni punti li ho dovuti fare inevitabilemente a piedi)! Pazzesco, d’ora in avanti pure le pastiglie dovrò portarmi nello zaino: ormai ho un’officina mobile! Comunque bellissimo giro, ricco di emozionanti diversivi!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ali sul Lago: airshow at Pallanza!

Mettete una giornata di sole, 4 ing. aerospaziali, un po’ di aerei in volo, gnocca qua e là, il lago… che altro manca per dar vita ad una giornata perfetta?  Aggiungeteci poi 2 macchine fotografiche reflex professionali (una digitale ed una a pellicola), 2 macchine fotografiche digitali compatte, una telecamera digitale, 2 binocoli… ed anche dal punto di vista tecnologico non poteva andare meglio! Per finire come mezzo di trasporto abbiamo scelto la combinazione più ecologica: treno fino a Laveno, traghetto e poi un bel po’ di strada a piedi… forse non abbiamo risparmiato, ma è stato eco-compatibile, comodo e soprattutto divertente, perchè alternativo alla “solita” moto o auto! Prossimamente, sempre su questi schermi… le foto di Brizio [con tecnologie ben più avanzate… per la cronaca queste foto vengono dalla mia macchina fotografica, ma sono state scattate dal mitico Cassa, in quanto il sottoscritto era stato incaricato di curare le riprese con la videocamera (di Brizio)].
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Coppa Tre Laghi (auto d’epoca)

Che linee, che azzardi tecnologici, che idee geniali… questo ed altro sono le auto d’epoca, meglio se sportive e in serie limitata. Di gioro hanno scorrazzato per tutta la provincia (gara di regolarità), la sera poi si sono sfidate in una cronoscalata sulla bella salita che porta al Campo dei Fiori!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Improve yourself!

Ormai i miei interventi di manutenzione su moto e bici non si limitano a semplici applicazioni di ciò che sta scritto sui manuali appositi… bensì è ormai diffusa l’abitudine a testare “variazioni sul tema” alla ricerca della prestazione, dell’economia d’esercizio, della funzionalità e perchè no dell’originalità dell’idea! Con queste affermazioni sono sicuro che qualche mio passato o nuovo potenziale passeggero sulla moto stia abbandonando definitivamente l’idea di salire sul mio “prototipo”! Vero Brizio?! Ahahah! Ebbene, quest’oggi è la volta degli anelli seeger che tengono in sede i paraoli della forcella: sostituiti (veramente per ora mi limiterò solo allo stelo sinistro) quelli di serie (tremendi da togliere, obbligano a rompere il paraolio da estrarre e a rovinare almeno in parte la superficie interna del fodero) con degli analoghi seeger con anello per smontarli con apposite pinze… In questo modo potrò smontare quante volte vorrò il tutto senza dover buttar via nulla! L’unico dubbio che rimane è quello dell’interferenza tra le parti: devo cioè controllare per bene che in nessun caso quei nuovi anelli (molto più sporgenti) tocchino lo stelo, altrimenti lo righerebbero irrimediabilmente! Per la cronaca: due paraolii Ariete 11 euro, due paraoli Ducati 23 euro! Sticaaaaa…